Nuove tecnologie e casi complessi

 

 

 

Nuove tecnologie e casi complessi.
Ho incontrato Thomas appena trasferito nella sede dove ancora lavoro, la scuola media di Malcontenta, un paese nel comune di Venezia , a causa della chiusura del PSH (Progetto Scuola Handicap) dove avevo lavorato per un decennio, a volte utilizzato parzialmente e a volte completamente.
Sono entrato nella sua classe, la seconda F.
Appena mi ha visto, e ha realizzato che ero un insegnante di sostegno, Thomas si è messo a piangere silenziosamente, grossi lacrimoni scendevano sul suo volto, impassibile. Poi improvvisamente si è alzato di scatto dalla sedia e si è lanciato contro il muro dell’aula sbattendo la testa…. Questo allievo ora frequenta la terza superiore in un istituto professionale per l’industria e l’artigianato con un andamento regolare.
Diagnosi funzionale:

La definizione clinica indica: Disturbo evolutivo specifico misto con particolare compromissione del linguaggio. Esiti di ischemia cerebrale perinatale. Tratti autistici.

Questa la descrizione del caso.

Thomas ha 12 anni. E’ stato abbandonato, in un casolare isolato in campagna, alla nascita, dalla mamma tossicodipendente che in seguito è deceduta, Il padre non esiste.
Vive con i nonni in un ambiente socioculturale povero e logisticamente piuttosto decentrato. Ha cominciato a parlare solo dopo i 5 anni (mutismo elettivo) anche se ora si esprime normalmente, è soggetto a crisi depressive che si traducono in pianti improvvisi. Rifiuta l’insegnante di sostegno, non chiede aiuto ed è poco inserito nella classe. Marcatamente mancino (LEFT-HANDEDNESS) scrive e legge con difficoltà, scrive solo in stampatello in modo disortografico. Ha la tendenza ad appropriarsi di oggetti altrui e trova notevoli difficoltà ad organizzare il proprio lavoro scolastico, dimentica spesso il libri e i quaderni a casa o sotto il banco a scuola. Non segue norme igieniche costanti.
L’approccio.
Il primo problema che mi sono posto è stato quello relativo alla figura del docente di sostegno, percepita da Thomas come elemento che certificava la sua disabilità: “il marchio di fabbrica ” che lo qualificava come diverso rispetto ai compagni della classe.
Dovevo fare in modo quindi che la mia figura perdesse la connotazione di insegnante di Thomas per assumere invece il ruolo di risorsa per tutti.
Per raggiungere questo scopo la mia azione didattica, in accordo con i docenti curriculari, è stata indirizzata alla classe in generale, a volte sostituendomi a loro nella lezione frontale in determinate materie, altre volte invece portando piccoli gruppi di allievi in lab. di informatica per realizzare ricerche con l’ausilio della rete Internet.
In questo modo ho a poco a poco perso l’investitura di docente di sostegno per Thomas per assumere invece quella di docente aggiunto per favorire l’apprendimento di tutti, bravi e meno bravi, ed è così che Thomas ha cominciato a considerarmi in un altro modo e ad accettare non solo la mia presenza, ma anche la mia amicizia e la mia azione di tutoring.
Dopo aver raggiunto questo primo obiettivo, si poneva, tra i tanti, il grosso problema della depressione e delle crisi di pianto muto. Thomas, ormai entrato in confidenza con me, mi confessava tra una crisi e l’altra, di sentirsi diverso dagli altri, di sentirsi inadeguato, di non essere “capace di fare le cose come le facevano i compagni” e di sentirsi “molto solo” e per questo di essere ossessionato da pensieri tremendi che lo avrebbero portato al suicidio.
E’ stato necessario perciò intervenire sia dal lato medico che da quello scolastico.
Si doveva cioè assolutamente aumentare il tasso di autostima di Thomas e il suo agio scolastico, il suo benessere perlomeno in questo ambiente.


A scuola avevo già sperimentato con una allieva un modo particolare di utilizzare Neobook il noto sistema autore per creare lavori ipermediali. L’idea mi era venuta pensando ad Omnibook, il potente software creato da Flavio Fogarolo e Giovanni Monasteri che si poneva come un quaderno elettronico personale, da utilizzare sia a scuola che a casa, dedicato ad allievi con problemi motori e/o ipovedenti.
Mi sono detto: perché non fare un lavoro sulla base di quel modello concettuale, ma dedicato a chi ha problemi di apprendimento? Conoscendo le possibilità, la potenza e la flessibilità di Neobook ho realizzato per quella allieva con problemi di afasia e di apprendimento un quaderno/diario elettronico basato però su uno sfondo integratore a lei consono, con le figure dei suoi fumetti preferiti, con i personaggi delle storie che lei gradiva.
Bene… con Thomas ho fatto lo stesso lavoro all’interno di un piccolo gruppo.
Ho insegnato loro l’uso del programma ed abbiamo realizzato il quaderno elettronico di ognuno di loro, aggiornandolo giorno per giorno inserendo elementi delle varie materie. In particolare Thomas ha appreso con facilità le procedure necessarie per lavorare con Neobook: come realizzare le pagine, i testi, immettere le immagini, le musiche, come registrare il parlato e come associarlo ai pulsanti.
Così mi sono accorto, con un certo stupore devo dire la verità, che gli altri allievi, i componenti del gruppo, richiedevano l’aiuto di Thomas quando non sapevano come fare determinate operazioni!!
Quando poi ho tenuto un corso di informatica per tutta la classe Thomas si è posto come docente aggiunto di informatica, come tutor dei suoi compagni. Tutto il suo impaccio, il marcato mancinismo, le difficoltà linguistiche, se non erano sparite del tutto almeno in quel contesto erano meno pesanti e meno importanti.
Quello che stava succedendo, nei confronti di Thomas da parte dei suoi compagni era la trasformazione di come lo consideravano: non più lo sfigato di turno ma un figo del pc: incredibile!
Ho potuto quindi utilizzare questo “talento” o potenziale personale formativo di sviluppo, come direbbe il prof. Fiorino Tessaro dell’Università di Venezia CA ‘ Foscari, venuto alla luce grazie all’impiego delle Nuove Tecnologie, come mezzo, come leva per cambiare una situazione complessa e difficile sia sul piano dell’inclusione che in quello degli apprendimenti.
Tutto ciò non ha sanato completamente i suoi problemi , ma ha contribuito ad alleviare una pressione che avrebbe potuto avere dei risvolti drammatici, l’autostima di Thomas ne ha guadagnato parecchio ed ha permesso un approccio alle discipline più tranquillo, più rilassato con esiti positivi anche sul versante dell’apprendimento dei contenuti disciplinari.
La mia soddisfazione consiste, al di la del discorso scolastico, nel fatto che ancora oggi ogni tanto Thomas mi viene a trovare, mi racconta dei suoi problemi alle superiori ma anche dei suoi successi, poi si siede davanti al pc e chiede di fare qualcosa con Neobook….