Paolo Pennisi

In ricordo di…….
Tutti noi abbiamo un dolore sopito nell’animo, chi più chi meno sente la mancanza di persone care , che abbiamo amato e che non ci sono più, il cui ricordo ci da una fitta all’anima.
Parlando di lavoro e di amicizia vorrei ricordare  e per quanto possibile farvi conoscere Paolo Pennisi, artista e  mio collega per molti anni .


Paolo era una persona eccezionale sotto moltissimi punti di vista. Artista impegnato impregnava le sue opere di una sofferenza fuori dal comune.

Come docente era per noi professori il professionista che tutti vorremmo come collega, per gli allievi era un amico che sapeva trarre il meglio dal loro essere  e dalla loro creatività, come persona era uno che sapeva farsi amare con semplicità ed intelligenza.

Paolo era uno dei componenti della redazione di teledò,  la televisione interna per gli allievi della SMS Bandiera e Moro, gli altri due docenti erano Giorgio Bassanese regista ed io che curavo la fotografia ed altri aspetti della messa in onda mentre  Paolo curava la parte scenografica.
Teledò oltre a diverse attività televisive irradiava in ogni classe della scuola in due giorni distinti, ogni settimana, un telegiornale realizzato dai ragazzi.  Tutto ciò negli anni 82/83/84/85/86.
Risalgono a quegli anni le sperimentazioni di inserimenti di allievi disabili nelle lavorazioni televisive.
Mi ricordo di Giovanni, microcefalo con  fessurazione del palato, afasico e aprassico con ritardo mentale  che aveva imparato, con notevoli sforzi, ad intervenire  in  modo appropriato in determinati momenti della postproduzione e che aveva trovato un suo ruolo nella realizzazione delle scene televisive.
Teledò ha ricevuto numerosi riconoscimenti ,  sia come produzione artistica  sia  come esperienza didattica innovativa ed integrante la diversabilità  e anche  come macchina per far emergere i talenti dei più dotati, ma come spesso succede nella vita, questi premi, questi riconoscimenti non sono serviti a nulla e nell’incedere della cosiddetta “razionalizzazione scolastica” che ha visto lo scempio del valzer delle scuole a Mestre, ha tristemente finito di esistere come la scuola che l’aveva promossa.
Paolo mi manca molto, e mi rammarico moltissimo per non aver passato più tempo con lui, come manca molto alla sua famiglia e come sicuramente mancherà molto ai suoi ex allievi che lo amavano circondandolo di affetto, anche dopo, anche quando usciti dalle medie ed ormai alle superiori  trovavano ogni scusa per andarlo a trovare.
Paolo riusciva a capire il prossimo e a “carpire” il loro cuore attraverso la sua umanità e la sua intelligenza….
Anche noi colleghi, anche i suoi superiori erano spesso confortati dai suoi consigli, dai suoi ragionamenti, dalla sua presenza.
Paolo, nel senso comune della gente, era un disabile perché era affetto da problemi di natura neuromotoria che ne impedivano una facile deambulazione, per quanto mi riguarda invece egli incarnava il concetto espresso da Claudio Imprudente rispetto alla “diversabilità” della persona la quale  è abile, e vi assicuro Paolo era SuperAbile, in modo diverso da noi “gravemente” normodotati.
Ciao Paolo…..

Renato

2 commenti

  1. leggo, mi commuovo e ti sono grata per aver colto e descritto così affettuosamente i tratti dell’uomo, collega ed amico, nell’ambiente del lavoro scolastico che non permette errori ed esige un’attenzione e un’appricazione costante. Voi insieme ci avete messo anche la creatività e avete prodotto lavori superbi per e con i vostri allievi. Punte d’eccellenza purtroppo perdute nell’ignavia delle nostre istituzioni scolastiche.
    Ancora un grazie per la sensibile descrizione dell’amico.

  2. Caro Renato, ti ringrazio per aver ricordato Paolo Pennisi, mio docente alle medie alla fine degli anni ’80…
    Persona eccezionale, i cui insegnamenti sia didattici che umani sono ancora ben vivi in me.

    Un caro saluto a te che sei stato, sia pur per breve tempo, mio insegnante di fotografia alla “Bandiera e Moro”.

    Paolo Sambo

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