SPIEGATEMI……

Questa è la lettera che ho ricevuto dalla mamma di un mio allievo, ora le cose si sono sistemate e da domani, 5 ottobre 2011,  può venire a scuola per le ” agognate” 9 ore alla settimana.
Le situazioni che ha descritto Giancarla però sono reali e fanno veramente male !!!

Ma la nostra non doveva essere la scuola dell’integrazione/inclusione di tutti ???????

LA SCUOLA  E’ INIZIATA IL 12 SETTEMBRE, MA CI SONO STUDENTI CHE SONO ANCORA IN VACANZA FORZATA

 

Spiegatemi, per favore…, IO NON CAPISCO…

Sono la madre di un ragazzino autistico che dal lunedì al venerdì risiede presso una struttura riabilitativa di Marghera, l’Antenna 112; dovrebbe frequentare la classe terza, sezione F della scuola secondaria di primo grado a Malcontenta. Dico “dovrebbe” perché per lui la scuola non è ancora iniziata, la scuola è aperta “in teoria”, ma per il momento gli è stato assegnato un sostegno di 4 ore la settimana che per un bambino che praticamente non può stare mai da solo, sono insignificanti. E comunque lui la scuola non l’ha ancora iniziata.

“La scuola è aperta a tutti” … recita l’articolo 34 della Costituzione.

Si dice talvolta ai bambini che se non vanno a scuola arrivano i carabinieri a prenderli a casa perché la scuola è obbligatoria. Nella mia carriera di insegnante di scuola primaria ho sentito con i miei orecchi dirigenti che dicevano esattamente questa cosa a genitori la cui preoccupazione principale non era la frequenza della scuola da parte del figlio.

Non trovo altre parole per descrivere la situazione in cui si trova non solo mio figlio, ma anche altri ragazzi autistici inseriti all’Antenna 112 di Marghera e chissà quanti altri in giro per l’Italia, , che “discriminazione”. E’ vero che c’è la crisi, è vero che i tagli alla scuola riguardano tutta la popolazione scolastica …. Ma il messaggio che io recepisco da questa situazione è che mio figlio non va a scuola perché la scuola non lo considera abbastanza da riconoscergli questo diritto. E’ lo Stato che commette un reato nei suoi confronti non rispettando una legge da lui stesso promulgata. Ho sempre dato per scontato che esistesse una scala di valori che regola le prese di posizione e le scelte non solo dei singoli cittadini, ma anche dello Stato. Infatti abbiamo una Costituzione che sancisce dei principi e dei valori dai quali non si può prescindere. Ma non è così: i privilegi di qualcuno sono inattaccabili, i diritti degli handicappati sono tranquillamente calpestabili. Mi sembra quasi uno scherzo a prima vista, ma quando l’evidenza mi sbatte in faccia questa realtà provo un senso di disperazione e rabbia dilaganti.

Non si pretendono le 30 ore settimanali, ci bastano due ore al giorno, che però per un ragazzino disabile sono importantissime perché gli permettono non solo di progredire, ma anche di sentirsi parte di una “famiglia”, di un gruppo più grande e questo senso di appartenenza è un ingrediente, una medicina fondamentale nel lento cammino verso l’accettazione di sé e dei propri limiti determinati dall’handicap. Queste due ore significano dignità, apertura, dialogo, confronto, fatica, affetto, condivisione, qualsiasi sia il tipo di handicap.

Trovo assolutamente inaccettabile aggiungere svantaggi a chi ha già dei limiti intrinseci nella propria mente, nel proprio corpo, e lo fa chi per primo dovrebbe salvaguardare queste persone, lo Stato.

Vorrei poi mi venisse spiegato perché vengono create delle disparità all’interno di una “guerra tra poveri”: chi ha fatto ricorso ha diritto a 18 ore, chi risiede a casa ha un po’ di meno e chi risiede in una struttura residenziale dal lunedì al venerdì perché le famiglie non ce la fanno più può aspettare, si vedrà quello che resta, si può accontentare delle briciole. E chi non ha i soldi per fare ricorso? E chi non ha gli strumenti culturali per farlo? E chi non ne ha la forza? E chi non sa nemmeno che questa cosa si può fare? Di nuovo non so darmi una risposta.

Ormai si riduce tutto a calcoli e numeri e si perde di vista clamorosamente il senso delle azioni e delle scelte: individuali e non.

Abbiamo una legge sull’handicap che sulla carta è molto buona, ma in pratica , come madre, sono costretta a gridare che …ANCHE I RAGAZZI DISABILI HANNO DIRITTO A FREQUENTARE LA SCUOLA DELL’OBBLIGO, FIN DAL PRIMO GIORNO, CON UN ORARIO ADEGUATO ALLE LORO PECULIARITA.

Spero le mie non siano parole al vento, vorrei delle risposte e, soprattutto, dei fatti.

 

Cordialmente,

Giancarla Toffano e Guido Pelizza